Wednesday, November 15, 2006

I CREDENTI OMOSESSUALI: PORTATORI DI UNA VISIONE LAICA DELLA REPUBBLICA

(09/07/2006) Naturalmente portati a vivere una fede libera, che non fa comodo alle porpore, ai poteri, alle lobby, alla occupazione delle istituzioni da una furba classe politica.

Perché credere?! La domanda, più che da ateo, me la pongo da omosessuale. Perché molti gay e lesbiche (e secondo il sondaggio che abbiamo lanciato sono tanti) decidono di intraprendere un cammino di fede, solitamente cattolico (se si parla della comunità omosessuale italiana), malgrado le istituzioni oltre a non capirli decidano di ostacolare in tutti i modi la loro partecipazione nella vita della comunità? Da ateo, e in qualche modo da parte attiva nel movimento, non riesco proprio a darmi una risposta ma solo un ulteriore stimolo: gay e lesbiche vivrebbero più serenamente il proprio cammino di fede se alcuni dei prelati che silenziosamente ubbidiscono alle gerarchie decidessero di opporsi? Probabilmente sì, come è molto probabile sostenere che se al posto del cardinal Ratzinger fosse stato eletto il cardinal Martini il dibattito in Italia con la Chiesa sarebbe stato più semplice. Arcigay, forse, non avrebbe definito la Chiesa Cattolica “un partito omofobico”.

Vero è che se il Vaticano non avesse deciso così fortemente di battersi per evitare che in Italia fossero introdotti una serie di provvedimenti per tutelare le coppie di fatto, forse adesso anche noi, come (persino) gli abitanti della Repubblica Ceca, festeggeremmo le prime unioni omosessuali registrate.

A testimonianza di ciò proviamo a ragionare su quanto sta accadendo proprio in questi giorni alla chiesa anglicana.

Dopo l'apertura degli anglicani americani al sacerdozio per gli omosessuali (è singolare che ciò avvenga dopo la battaglia portata avanti da Bush contro il matrimonio omosex) i “fratelli” africani, riuniti in Uganda, hanno fatto capire di essere pronti allo scisma se ai prossimi sinodi parteciperanno anche le chiese che intendono sostenere gay e lesbiche. Il Ministro ugandese dell’Etica e dell’Integrità, proprio nei giorni scorsi, ha fatto sapere di non condividere i provvedimenti presi per tutelare le coppie omosessuali.

Non sempre, fortunatamente, la politica segue quanto stabilito dalla gerarchie religiose. Nei paesi in cui i legislatori hanno deciso di tutelare le unioni omosessuali, come ad esempio la Svizzera, la Chiesa (nella fattispecie quella dei Vecchi Cattolici) ha deciso di benedire le coppie gay e lesbiche che lo vorranno. Nella Spagna sopravissuta alla “deriva zapaterista”, dove si è tenuta la V giornata internazionale della famiglia lo scorso 9 luglio, un vescovo ha deciso di adeguarsi con i provvedimenti politici a tal punto da richiamare il premier affinché introducesse la legge sulla modifica del nome delle persone transgender.

Essere gay credenti in Italia, oggi, vuol dire quindi essere abbandonati a se stessi due volte? Una dallo Stato e una dalla Chiesa? Se così fosse non si capisce perché gli omosessuali che decidono di condividere il proprio cammino di fede siano in pochi. Gli altri, la maggior parte (sempre secondo il sondaggio Religioni e omosessuali), decidono di vivere la propria fede in solitudine. Forse in realtà si tratta di un trend irreversibile, che conduce in fondo ad un atteggiamento realmente laico (come quasi di fatto c’è nella società di tutti i giorni) e presto magari anche ad una lacitià istituzionale.
Di certo per ora resta lo sfruttamento dei deboli, delle persone ignoranti, che vengono sottoposte alle doppie umiliazioni, quelle inflitte dalle religioni e quelle inflitti dalle istituzioni, umiliazioni però necessarie alla conservazione dello status quo. Seminare ignoranza, superstizioni e pregiudizi, per continuare a perpetuare il patto di ferro tra chi controlla il potere e chi controlla le coscienze.

Ma forse proprio sulla questione omosessualità e religione qualcosa sta cambiando. Di questo hanno paura i controllori delle coscienze. Per questo starnazzano a tutte le ore contro le persone omosessuali. Perché queste sovvertono l'ordine del gregge, sono portatori di un nuovo approccio intimo, individuale, personale alla fede. Sono naturalmente portati a vivere una fede libera, che non fa comodo alle porpore, ai poteri, alle lobby, alla occupazione delle istituzioni da parte di una classe politica che pensa di poter continuare ad utilizzare la fede degli individui solo per mantenere il potere. Chissà che gli omosessuali non facciano loro questa rivoluzione attesa da quando è nata la nostra amata Repubblica?

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