Wednesday, November 15, 2006

COLAZIONE DA TRUMAN CAPOTE

(14/02/2006) Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Dietro il successo di Audrey Hepburn, Truman Capote.

Chi di noi non ha mai regalato per Natale ad una persona cara il dvd o la videocassetta di Colazione da Tiffany?! Pochi.
Salvo, Audrey Hepburn, chi prima della visione del film si è letto il romanzo?! Ma soprattutto chi conosce l’autore di quel romanzo?! Sempre meno.
Eppure Truman Capote non scrisse solo “Colazione da Tiffany”. I romanzi che lo resero noto al pubblico letterario furono altri. Come altra, alternativa, fu la sua vita da quando nel 1930, a soli sei si allontanò dai genitori, da New Orleans per l’Alabama, dove crebbe con i nonni.
Alla scarsa dedizione per lo studio il giovane Truman non accompagnò una passione per lavori manuali. La scrittura era la sua passione tant’è che giovanissimo debuttò sulla celebre rivista New Yorker.

Precoce non solo sul lavoro ma anche per i tempi.
Un carattere difficile ed irriverente, una omosessualità mai tenuta nascosta influirono negativamente sul suo stato d’animo. Stato d’animo dettato sempre da un’inquietudine di fondo che non solo gli fece compagnia durante tutta l’esistenza ma anzi lo condusse sempre alla ricerca di posti, conoscenze, incontri nuovi. Con sé portò sempre un registratore. Un registratore per ricordare tutto ciò che gli succedeva attorno.
Fortuna che di Capote, degli articoli, del suo carattere non si ricordò il direttore del New Yorker quando lo licenziò. Liberato dagli impegni giornalisti il Southern Gothic Novelist venne sempre più apprezzato dagli ambienti letterali che contano. La presunzione, l’arroganza, la mitologia che circondava il suo personaggio fecero sì che a Capote si associasse oltre che le polemiche anche la genialità dello scrittore ribelle.

Lasciato alle spalle il succcesso riscosso con Colazione da Tiffany, Capote nel novembre del 1959 decide di recarsi in Kansas per scrivere dello sterminio di una famiglia per mano di due psicopatici. L’indagine che doveva diventare banalmente un articolo, causa l’amicizia stretta da Truman con gli assassini, sarà raccontata in “A sangue freddo” (da cui recentemente è stato tratto anche un film).
A nulla è servita la fama conquistata con soli due libri, Capote durante gli ultimi suoi anni alle serate mondane alternò droga e alcol finché il 25 agosto 1984 a Bel Air, si congedò da questa vita.
Una vita, diversamente da quanto riportato nell’incipit di “Colazione da Tiffany”, in cui Capote non si è mai sentito attratto dai posti in cui ha vissuto, dalle case e loro dintorni.

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