Wednesday, November 15, 2006

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO?

(21/06/2005) La musica reggae ha radici omofobe? Intervista a Vito War, dj italiano considerato un guru del genere. Per capire se la censura è davvero l`arma giusta.

Prima che Feltri ci propini una raccolta di Bob Marley è bene capire cosa ruota attorno alla polemica iniziata settimana scorsa. Quale polemica?! L’organizzatore del Metarock, Nicola Zaccardi, ha deciso di non far rientrare nel suo progetto di festival Sizzla, autore di numerose liriche omofobe. Parallelamente alla sospensione del concerto del cantante incriminato, il rapporto di Amnesty dichiarava che tra i paesi con le peggior condizioni di vita per gli omosessuali c’è anche la Giamaica (per intenderci il paese del reggae si è posizionato nella classifica a pari merito con Arabia Saudita e Corea del Sud). Dobbiamo seriamente cominciare a preoccuparci e ad immaginare una nuova crociata censoria verso il reggae e tutto il suo mondo di significati e significanti che ne deriva? La censura è un metodo giusto? Se lo chiedeva solamente ieri proprio su questo sito Federico Giunta. Si è ben comportata Arcigay protestando per la presenza dell'omofobo Sizzla in un concerto patrocinato dalle istituzioni?

L'Associazione internazionale per i diritti GLBT ILGA in Inghilterra si è molto battuta per contrastare i cantanti rasta omofobici (vedi cos'è successo all'aeroporto di Heathrow qualche giorno fa). Per capire qualcosa di più su questa spinosa vicenda, GAY.tv ha intervistato Vito War, vero guru del reggae radiofonico, al timone da quasi due decenni di Radio Reggae Station (programma dedicato al beat raggae in onda ogni domenica Radio Popolare Network).
Vito, credi che la musica reggae abbia dei fondamenti omofobici? Se sì, da dove arrivano?
Credo proprio di no. La musica reggae è da sempre lo strumento che gli artisti jamaicani utilizzano per comunicare e far conoscere a tutto il mondo il proprio malessere nei confronti della società.
Teniamo presente che il sound system nasce come punto di aggregazione per le comunità più povere dell’isola, che di conseguenza diventa anche un modo per esprimere il proprio punto di vista su quello che accade e spesso in contraddizione con le istituzioni.
Quindi, assolutamente non è l’omofobia il fondamento della musica reggae, che invece basa le sue radici sui concetti di pace, amore e rispetto tra tutti gli individui.

La mancata partecipazione di Sizzla al Metarock rappresenta un vera e propria censura. Che tu sappia esistono in Italia filtri simili?
Io credo, o almeno mi auguro che il boicottaggio intrapreso (giustamente) nei confronti di una sparuta rappresentanza di artisti, porti gli stessi a ravvedersi rispetto alle posizioni intraprese, anche se non sono molto sicuro che la censura sia la formula migliore. Credo comunque che un segnale forte andasse dato.

Dal momento che in molti ti considerano un vero esperto di reggae, cosa pensi dell’accaduto e come ti comporti se ti vengono proposti dischi con messaggi simili?
Per quanto mi riguarda sono sempre stato attento a quello che trasmetto da 17 anni a questa parte sulle frequenze di Radio Popolare Network. Se è stato fatto qualche errore agli inizi della mia carriera, sicuramente non era a scopo propagandistico di posizioni che non condivido, magari causato da una scarsa conoscenza dello slang jamaicano. Bisogna tener presente che da molte persone la musica reggae viene vissuta come una musica che ti prende dentro, si lasciano trasportare dal basso e batteria e da liriche molto orecchiabili che li portano a ballare, spesso senza porsi troppo il problema di cosa stia cantando l’artista. Questo credo che succeda con tutti i generi musicali, soprattutto se cantati in lingue diverse dalla nostra. Degli stessi artisti che sono sotto accusa in questo momento in tutto il mondo esistono svariate belle canzoni che non propagandano una filosofia integralista della religione Rasta.

In Inghilterra esiste un accordo siglato da un'importante associazione omosessuale (ILGA) secondo il quale ad esempio Sizzla lì non si può esibire. Che tu sappia esiste qualcosa di simile in Italia o a livello europeo?
Sì, è vero molte associazioni omosessuali hanno ottenuto da parte dei governi il boicottaggio di spettacoli dove si fa propaganda omofobica, però quello che mi dispiace è che dovremmo esser tutti coscienti del fatto che non è sostenibile portare avanti delle posizioni di questo tipo e quindi non lasciare solo alle associazioni omosessuali il compito di vigilare su questi fatti.

Concludendo, ti va di suggerirci dei nomi che secondo te hanno un comportamento di vero rispect verso la causa omosessuale?
E’ difficile rispondere a questa domanda, perché non trovo la ragione per cui si debba ricercare in questo genere di musica la difesa di scelte sessuali. Anche perché pur condannando qualsiasi posizione omofobica, ogni integralismo religioso ha i suoi forti schemi, e questo si ripercuote nella società attraverso tutti i mezzi di comunicazione, tra questi, purtroppo c’è anche la musica.
Vorrei sottolineare che si sta parlando di una vera minoranza all’interno di un mondo musicale vastissimo in tutte le sue sfaccettature, quindi sarà ininfluente e solo positiva l’emarginazione di certi artisti. Non cadiamo nell’errore di fare di tutta un’erba un fascio, il popolo della reggae music ha un animo positivo e mai e poi mai permetterà a pochi fanatici di rovinare tutto ciò che di buono porta con sé la reggae music...

Grazie Vito.
Grazie a voi... Irie Irie da Vitowar.

C’è chi qualche anno fa, ormai, cantava immagini e chi progettava sogni di libertà. Le immagini (di John Lennon) e i sogni (di Martin Luther King) avrebbero oggi le stesse tonalità se nel tempo la censura a concetti contrari non fosse intervenuta?!

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